
Esiste un paradosso piuttosto ingombrante quando si parla di obesità.
Mentre le Linee Guida per la cura della stessa (ovvero, per chi non lo sapesse, gli strumenti di governo clinico necessari per definire gli standard assistenziali e verificare l’appropriatezza dell’assistenza erogata), dichiarano la necessità di prevedere l’intervento educativo da parte dello psicologo/psichiatra nel programma riabilitativo, la realtà dei fatti vede ancora poco riconosciuta l’importanza di questo step terapeutico con negative conseguenze dal punto di vista dei risultati clinici.
Per illustrare senza possibilità di fraintendimento quanto espresso dalle Linee guida, riporterò ivi di seguito quanto espresso nel testo di riferimento, a proposito di quanto pocanzi asserito (Standard SIO-ADI -2016):
“Affinchè il trattamento dell’obesità risulti efficace sia in termini di risultati, che di mantenimento degli stessi, è necessario affiancare all’intervento medico in senso stretto, un intervento educativo che consenta al soggetto di comprendere le cause del problema e di mettere in atto nella vita di tutti i giorni i comportamenti idonei a raggiungere gli obiettivi prefissati.”
Il testo prosegue illustrando l’importanza di un intervento multidimensionale-interdisciplinare in cui sia presente anche la figura dello psicologo/psichiatra:
“…interventi psicoterapeutici diretti a riconoscere i reali fabbisogni dei pazienti, correggere le convinzioni errate sullo stile di vita, migliorare le competenze, allenare alla gestione e all’autocontrollo, migliorare il rapporto con il corpo e l’immagine corporea”.
Tutte dichiarazioni che confermano l’imprescindibilità del lavoro psicologico in qualità di strumento attraverso cui ottenere la modificazione dello stile di vita ed il mantenimento dei risultati raggiunti nel tempo.
Peccato, però, che al momento attuale siano ancora del tutto insufficienti le informazioni circolanti e i servizi idonei atti a fornire il corretto supporto a coloro che ne avrebbero bisogno.
Soprattutto per quanto riguarda l’obesità, in quanto malattia cronica non classificata come disturbo alimentare dalla comunità scientifica, si tende spesso a sottovalutare l’importanza dei fattori psicologici che invece sono indubbiamente legati a doppio filo con questa patologia.
Anzi, appare vero proprio il contrario: una tendenza generale a rimarcare la forza di volontà delle persone con obesità come se fossero responsabili della propria malattia, con tutto ciò che questo comporta da un punto di vista della discriminazione.
Da qui l’importanza di diffondere informazioni scientifiche in questo campo ancora così carente.
Da qui il progetto di realizzare un libro interamente dedicato alle persone con obesità che necessitano di capire COME poter perdere una quantità ragionevole di peso e mantenere i risultati nel tempo.
Un libro che vuole scacciare per sempre la vecchia formula: “mangiare meno e muoversi di più” per gestire il peso in eccesso.
Un libro che, attraverso il punto di vista della Psicologia Alimentare scientifica, si propone di rieducare profondamente i pazienti con obesità per raggiungere, non solo l’obiettivo del calo ponderale, ma il cambiamento dello stile di vita “tutto”: dalle proprie routine quotidiane, allo sviluppo di interessi personali fonte di crescita e auto-cura, alla modificazione radicale del rapporto col proprio corpo e la propria immagine.
Obiettivi di grande, enorme, portata che vengono trattati con la cura e l’attenzione di chi, come l’autrice, vive l’obesità in prima persona oltre che come professionista esperta del tema.
Un connubio che permette di unire l’esperienza clinica a quella personale, mettendola al servizio delle persone con la medesima patologia.
Nel testo gli aspetti più salienti della psicologia della persona con obesità, vengono trattati in maniera differenziata in funzione dell’obiettivo del lettore: perdere peso o non aumentare/mantenere il peso corporeo.
Strumenti, tecniche e strategie psicologiche esplicate a tale scopo, vengono presentate come afferenti a due diversi mindset (= insieme di atteggiamenti): il mindset per perdere peso e il mindset per non aumentare/mantenere il peso.
Sarà proprio grazie alla padronanza e alla capacità di “switchare” da (saltare da/a, per dirla in termini più semplici) un mindset all’altro, che la persona con obesità potrà sviluppare i comportamenti più utili in funzione dei propri obiettivi.
L’autrice, infatti, sottolinea vigorosamente come ogni strategia possa essere utile o controproducente a seconda dello scopo e dell’atteggiamento con il quale viene utilizzata.
Una prospettiva che mira a costruire nella mente del lettore un modus operandi flessibile, capace di evolversi e di sfruttare i ottenuti nell’ambiente di riferimento ai fini della propria auto-correzione e dell’auto-miglioramento personali.
Il libro, acquistabile su Amazon, è disponibile in versione cartacea e digitale e consente, attraverso numerosi esempi e proposte di esercizio, un apprendimento facilitato del contenuto, come nei più diffusi testi di auto-aiuto.