Il tema di oggi è scottante, particolarmente scottante; lo è al punto da aver scomodato la Società Italiana di Diabetologia (SID), l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), l’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID), la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE) e la Società Italiana dell’ Obesità (SIO). Sto parlando del “Ruolo delle allergie, delle intolleranze alimentari e della terapia nutrizionale nell’obesità e nelle malattie metaboliche”, un tema sul quale i rappresentanti di tutte le associazioni sopra citate, hanno sentito il dovere di esprimersi al fine di fornire, una volta per tutte, utili chiarimenti per professionisti e pazienti. L’argomento è complesso e, anche se non è nostro obiettivo effettuare una trattazione approfondita del medesimo, cercheremo quantomeno di toccare i punti fondamentali della questione.
In questa “prima parte”, nello specifico, daremo una definizione dei termini “allergia alimentare” e “intolleranza alimentare” e cercheremo di capire la reale diffusione di queste problematiche all’interno della popolazione. Nella “seconda parte”, invece, approfondiremo la relazione fra queste due forme di sensibilità agli alimenti e l’obesità.
Prima di cominciare a parlare di allergie e intolleranze, una premessa è doverosa. Se oggi ci troviamo a discutere su questo argomento, la ragione è solamente una: l’obesità, come patologia cronica ad etiopatogenesi complessa, è sempre più diffusa. I trattamenti per gestire efficacemente questa condizione, al contrario, sono scarsi ed è per questo che, negli anni, sono proliferati numerosi modelli terapeutici, spesso poco ortodossi e condotti da esperti improvvisati, nati con l’obiettivo di offrire soluzioni miracolose al problema. Questo fenomeno, ben noto a tutte le associazioni che a vario titolo si occupano di obesità ed alimentazione, è definibile con la terminologia “diet-industry”: un vero e proprio mercato per la produzione di prodotti, strumenti, strategie e programmi finalizzati a permettere un facile guadagno a coloro che si approfittano del bisogno dei soggetti che vogliono o devono perdere peso. Non solo, quindi, questo mercato ha finora alimentato la diffusione delle cosiddette “Popular diets” , ovvero di diete alla moda promosse attraverso accurate campagne mediatiche e spesso sostenute dalla popolarità di testimonial di successo, ma sta altresì spingendo l’opinione pubblica a credere che vi sia una relazione fra obesità e intolleranze ed allergie alimentari.
Per fare chiarezza, dunque, partiremo proprio dalla definizione di queste due condizioni.
Le allergie e le intolleranze alimentari sono definibili come reazioni avverse agli alimenti, ovvero manifestazioni cliniche indesiderate ed impreviste relative all’assunzione di un alimento. Possono essere classificate in:
- Tossiche: contaminazione batterica (es. sindrome sgombroide), contaminazione da tossine, contaminazione da sostanze chimiche di sintesi;
- Non tossiche (da ipersensibilità): reazioni immunomediate (a loro volta distinguibili in IgE mediate, che sono le famose allergie alimentari, miste e non IgE mediate, fra le quali troviamo la celiachia, l’enterocolite da proteine alimentari e la sindrome sistemica da Nichel) e reazioni non immunomediate (intolleranze alimentari).
Ne consegue che…
…le allergie alimentari sono reazioni avverse derivanti da una specifica risposta immunitaria riproducibile alla riesposizione di un determinato cibo. Presentano polimorfismo clinico: possono essere a esordio acuto (non appena si viene a contatto con l’alimento) o ritardato ( soprattutto in caso di reazioni cellulo-mediate) e possono manifestarsi sia in seguito all’assunzione orale dell’alimento che al semplice contatto cutaneo con lo stesso. I dati epidemiologici ci dicono che le intolleranze riguardano il 4% della popolazione adulta ed il 5% dei bambini con età inferiore ai 3 anni. Nonostante questo, nella popolazione generale, il concetto di allergia alimentare risulta molto più diffuso (ben il 20% della popolazione crede di essere affetta da allergia alimentare).
…le intolleranze alimentari sono reazioni indesiderate e improvvise scatenate dall’ingestione di uno o più alimenti, con sintomi molto simili alle allergie alimentari, caratterizzate da meccanismi non immunomediati e dose dipendenti. Includono: reazioni enzimatiche (es. intolleranza al lattosio), reazioni farmacologiche (dovute cioè alla presenza di componenti alimentari farmacologicamente attivi, quali l’istamina nel vino o la caffeina, ecc.) e le reazioni indefinite (risposte su base psicologica o neurologica). La diffusione delle intolleranze, rispetto a quella delle allergie, risulta di più ostica definizione a causa della mancanza di metodi diagnostici standardizzati e validi.
A differenza dei soggetti allergici, i soggetti intolleranti possono assumere moderate quantità degli alimenti verso i quali risultano sensibili. Per i soggetti allergici, invece, è solitamente prescritta una dieta di eliminazione nella quale non compare, in nessun modo, l’alimento per il quale è mostrata la sensibilità.
Per approfondire la relazione fra obesità ed allergie e intolleranze alimentari, non vi resta che leggere il prossimo articolo.


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