Nel corso dei passati articoli, abbiamo più volte fatto riferimento a fattori di tipo interno (pensieri, emozioni, consapevolezza, accettazione), per sottolineare quanto siano importanti nel farci portare avanti una dieta con successo. Come abbiamo dimostrato parlando degli errori di pensiero, tuttavia, basare l’intero percorso solo sulle nostre risorse interiori, equivarrebbe a negare l’importanza degli stimoli che ci portano mangiare e, ancor peggio, ci priverebbe dell’aiuto fondamentale di chi ci è vicino. Se questo secondo aspetto, merita una trattazione particolare, nulla ci vieta di cominciare a parlare di ambiente e, nello specifico, del contesto in cui viviamo ogni giorno. Il tema potrebbe essere corposo; gli ambienti che frequentiamo sono, infatti, molteplici e possono variare da periodo a periodo, nell’arco dell’anno. Per semplificare potremmo partire col dividere le routine, dalle occasioni particolari. Vedete subito come la connotazione “contesto” assume caratteristiche definite non solo a livello di spazio ma anche di tempo. In realtà, a ben vedere, il contesto sarebbe ancora più ampio, includendo le persone, gli stati d’animo, lo scopo dello stare insieme…insomma, tutto ciò che è presente in questa collocazione spazio-temporale. Per apprendere “le basi” del controllo sull’ambiente, partirei con l’affrontare le situazioni di vita quotidiana: primo perché sono quelle in cui vi trovate più spesso e, secondo, perché sono propedeutiche all’apprendimento del controllo in situazioni più complesse, quali le occasioni speciali (andare al ristorante, viaggiare, ecc.). Innanzitutto bisogna capire quali sono gli ambienti nei quali trascorrete il vostro tempo: la casa, l’auto, il luogo di lavoro, l’università (o gli ambienti di studio in generale); Occorre, poi, valutare tutte le fonti di cibo che rappresentano per voi una tentazione costante e che potrebbero farvi vacillare nei momenti difficili. Ognuno degli ambienti che ho citato nasconde insidie e può essere oggetto di maggiore o minore controllo da parte nostra. L’obiettivo è molto semplice: liberarsi degli alimenti proibiti. Potrà sembrare ovvio ma, se non avete la cioccolata in casa, non potete mangiarla! Se poi, avete bambini piccoli e, per così dire, la “dovete” tenere per loro, riservatele uno scomparto apposito che non sia continuamente fonte di stimolo per voi. Quanto alle altre merendine: scegliete le monoporzioni, farete del bene anche ai figli. Non sto dicendo di imporre il vostro regime alimentare ai coinquilini o agli altri membri della famiglia; è vero, però, che nessuno deve poter negare a voi il diritto a mangiare in modo più sano. La via del compromesso, solitamente, funziona sempre: ognuno mangia ciò che vuole, nel rispetto delle esigenze altrui (scaffali dedicati, niente cibo spazzatura sparso per casa, monoporzioni anziché pacchetti over size o, ancor meglio, un’inversione di scelta che consenta di mangiar bene e in modo più sano, a tutti). L’importante è non sottovalutare il potere stimolante che il cibo può avere per noi. Non possiamo contare all’infinito sulla nostra forza di volontà, né sarebbe giusto farlo. Abbiamo il diritto di vivere in un ambiente che rispetti, nel modo meno impattante possibile, i nostri bisogni. Se le vostre fossero esigenze relative alla salute o ad un’ideologia, non vi porreste il problema di “disturbare” gli altri con le vostre richieste; perché, dunque, farlo con la dieta? Al lavoro, a casa, in auto, a scuola, dovreste lottare affinché: ci sia almeno un scelta di cibi più sani nei distributori automatici, i vostri coinquilini non lascino cibo sparso per casa, al lavoro ci sia un luogo dedicato al consumo del pasto, i vostri figli apprendano delle sane abitudini alimentari, e così via. Non permettete al cibo di diventare un’ossessione, trascurando gli stimoli che vi circondano tutti i giorni.
Anche io ti leggo sempre molto volentieri. I tuoi post sono davvero interessanti, brava!
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Ti ringrazio di cuore!
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