Sotto il nome di fame emotiva, o fame nervosa, rientrano tutti quei casi in cui l’assunzione di cibo non riguarda la soppressione della fame, bensì la reazione a un qualsiasi tipo di sentimento, sia esso piacevole o spiacevole. E’ così che si finisce per mangiare per noia, per gioia, per delusione, per tristezza, per rabbia, per festeggiare un traguardo, per motivi, quindi, legati a questioni psicologiche più che fisiologiche. Il problema della fame nervosa, purtroppo, non si ferma solo alla causa ma, soprattutto, risiede nelle modalità di soddisfazione dell’appetito. La fame emotiva sembra orientarci sempre verso quei cibi meno consigliati dal punto di vista del valore nutrizionale, della salubrità e ci spinge, come se non bastasse, a consumare quantità elevate e sproporzionate di calorie. Quasi tutti, a dire il vero, abbiamo provato almeno una volta nella vita cosa significa mangiare sotto la spinta di una forte emozione; Il problema sorge, tuttavia, quando il comportamento diventa reiterato e fuori controllo, e la pressione a mangiare accompagna tutti quei gesti quotidiani che viviamo con difficoltà o come successo. Per placare questo genere di fame, dunque, è importante riconoscerla, etichettarla. Mentre una corretta risposta al circolo vizioso: stress, bisogno di conforto, bisogno di mangiare, abbuffata, sensazione di sollievo, scomparsa del sentimento positivo, senso di colpa, ulteriore stress, merita un discorso a parte, ora ci occuperemo di dare una connotazione alle nostre sensazioni di fame. Ecco, di seguito, 12 segnali tipici della fame emotiva:
- Mangi quando sei stressato
- Mangi in risposta alle tue emozioni
- Cerchi conforto nel cibo
- Senti il desiderio di mangiare un cibo specifico
- Il tuo modo di mangiare è fuori controllo (non riesci a smettere di mangiare)
- Mangi per sentirti felice
- Mangi quando ti senti felice
- Sei attratto dal cibo quando lo vedi
- Useresti l’espressione “ricarica emotiva” per descrivere ciò che provi quando mangi
- Continui a mangiare anche quando sei moderatamente sazio
- Pensi al cibo anche quando sei già sazio
- Hai desiderio di mangiare dei cibi qualsiasi, di punto in bianco
Non è necessario riconoscersi in ognuno dei punti sopra descritti per capire che la propria fame, è scatenata in risposta a stimoli emotivi. Tutti questi comportamenti/pensieri, sono ugualmente importanti e possono essere affrontati con le giuste tecniche. Da questo punto di vista, le strategie cognitivo-comportamentali, sono risultate particolarmente efficaci nel promuovere la scomparsa della fame emotiva nonché una corretta ridefinizione delle abitudini alimentari e di vita connesse alla forma fisica. In altre parole: se prima di mangiare (comportamento), abbiamo un pensiero (cognizione), strettamente legato a una reazione emotiva per qualcosa che ci è accaduto (emozione), allora analizzando e ristrutturando quel pensiero, riusciremo a interrompere la catena degli eventi. Una buona notizia, quindi, per tutti coloro che pensano alla fame emotiva come a qualcosa al di fuori del proprio controllo.
Sono anni che cerco quell’emozione negativa senza trovarla. Mangio tanto è in realtà neanche so perché.
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Ciao Elena. Intanto mi sembra, dalle tue parole, che tu sia riuscita a capire che la tua fame deriva da un’emozione negativa. Questo significa che ne sei parzialmente consapevole. Inizia a riflettere sui pensieri che hai, appena prima di fare un pasto sotto la spinta emotiva. L’intensità delle nostre emozioni, talvolta, ci rende difficile comprenderle. La risposta al motivo per il quale mangi è dentro di te, forse hai solo bisogno di aiuto per trovarla. Un caro saluto
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Ti ringrazio per la tua risposta. Proverò. Grazie a te
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Beh improvvisamente, pensando pensando, oggi mi è sembrato di capire. Avevo voglia di una bella compensazione e ho pensato al cibo. L’emozione negativa? La rabbia
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