Se ci fermiamo un attimo a riflettere, sappiamo che dentro di noi, nella nostra mente, esiste un’immagine di come vorremmo essere che funge da perenne confronto con l’immagine di ciò che siamo attualmente. Se, nel nostro caso, la discrepanza fra queste due immagini riguarda in modo particolare il peso corporeo e, di conseguenza, la nostra forma corporea che la distribuzione del grasso definisce, saremo convinti che, per piacerci e per accettarci, dovremo perdere i chili in eccesso.
Non solo.
Purtroppo, questi nostri standard interni sono anche il metro di valutazione che, secondo noi, gli altri useranno per giudicarci o per decidere se intraprendere o meno la nostra conoscenza, avere una relazione con noi, ecc. Risultato? ci riteniamo distanti dalla nostra immagine ideale, riteniamo di esserlo anche per gli altri (come se questi altri, in qualche modo, potessero vedere quella immagine presente nella nostra mente al quale vorremmo assomigliare) e, per evitare qualsiasi rifiuto, evitiamo tantissime esperienze con la convinzione che ci metteranno solo a disagio con noi stessi.
Convivere con un’immagine di noi stessi ideale che ci appare lontana dalla realtà non è una cosa semplice. Sembra quasi che più siamo distanti dalla stessa e più ci viene da fare paragoni e più ci sentiamo frustrati e disperati ma incapaci di fare qualsiasi cambiamento. In più, attendendo un rifiuto da parte di chi ci sta intorno, ci priviamo della possibilità di mettere alla prova le nostre convinzioni.
Eppure vi sarà capitato di sentirvi fare dei complimenti da un’amica o di essere contraddetti dall’opinione di qualcuno su qualche difetto che voi ritenete indiscutibile mentre per altri non sussiste nemmeno. Cosa significa? significa che, come direbbe Judy Weiser, celebre foto terapeuta: “come noi crediamo di essere è l’unica realtà a partire dalla quale possiamo veramente agire”. Significa, in altri termini, che la nostra realtà, così come la conosciamo, è costantemente filtrata e pertanto non è oggettiva e non corrisponde a verità. Può darsi che ci riteniamo grassi ma sarebbe meglio dire che ci vediamo così; possiamo pensare di non essere attraenti ma esisterà sempre qualcuno che ci troverà irresistibili.
Avete un metodo molto rapido e semplice per mettere alla prova quello che sto dicendo:
- prendete un vostro autoritratto e riflettete su ciò che vedete;
- adesso guardate questo stesso autoritratto come se foste un’altra persona che vi vede per la prima volta: osservate l’immagine e provate a mettervi nei panni di un’osservatore che non vi conosce e che cerca di capire qualcosa di voi attraverso quest’unica fotografia (secondo voi, il peso sarebbe una delle cose su cui si concentrerebbe? voi lo fareste?);
- infine, se avete a disposizione un’amico/a a cui mostrare il vostro autoritratto, provate a porgli la stessa domanda: cosa potrebbero dire di quella persona ritratta in foto se non la conoscessero?, che idea si farebbero di lei/lui solamente osservando l’immagine? quali caratteristiche del vostro aspetto attirano l’attenzione in modo particolare?
Questo agevole esercizio vi permetterà di cogliere dei punti di vista anche molto diversi dal vostro e a ridimensionare l’importanza che date ad alcune caratteristiche del vostro aspetto. Scegliete una foto che ritenete rappresentativa di ciò che pensate di voi, di come vi vedete, in questo modo non avrete scuse. Potreste scoprire che il peso non è poi così importante come lo ritenete voi; potreste rendervi conto che qualcuno adora i vostri occhi o il vostro sorriso o come vi vestite.
Io l’ho fatto: ho scoperto che mio marito ama una mia foto in cui ho un sorriso talmente smagliante da farmi socchiudere gli occhi. L’ironia è che io mi sono sempre vista ridicola in quella stessa immagine di me ma ho capito che questo è solo un mio pensiero.