Mindless eating e abbuffate: perché la mindfulness può essere d’aiuto

La terminologia “Mindless eating” indica una modalità di alimentarsi in assenza di consapevolezza. Coloro che mangiano in questo modo si ritrovano frequentemente a mangiare anche grandi quantità di cibo distraendosi a tal punto dal finirlo senza essersi accorti di averlo mangiato. Si tratta di una modalità caotica di rapportarsi al cibo che può comparire, in alcuni casi, solo in determinate ore della giornata (per esempio la sera) o in determinate circostanze (momenti vissuti con particolare stress). Il fatto stesso di essere caratterizzata dall’assenza di consapevolezza, rende la mindless eating la complice perfetta delle abbuffate: anche se non esiste una relazione di causalità, nella maggior parte dei casi, mangiare senza porre attenzione al cibo conduce più facilitmente a condotte di alimentazione incontrollata. Anche se non si può parlare di una vera e propria perdita di controllo associata alla mindless eating, cosa che invece caratterizza in modo specifico le abbuffate, ciò non toglie che l’effetto ottenuto sia molto simile a quello dello “stordimento” e dell’estraniazione dalla situazione, fenomeno spesso ricercato al fine di tenere a bada emozioni o pensieri disturbanti per chi li vive. Sebbene quindi la persona possa non accorgersi di dare inizio a una simile modalità di alimentarsi, le conseguenze potrebbero essere in realtà ricercate, più o meno consapevolmente, dal soggetto stesso che, nonostante le conseguenze a lungo termine poco desiderabili di un modo di mangiare incontrollato, si concentra solo sui benefici a breve termine legati alla distrazione da vissuti interni dolorosi.

Come rispondere, allora, alla mindless eating? Se la disattenzione, l’assenza di consapevolezza, la mancanza di concentrazione su ciò che mangiamo sono l’anticamera del comportamento alimentare incontrollato, la consapevolezza, l’attenzione e l’interesse totale e partecipante durante ogni pasto rappresentano il suo opposto. Esiste una semplice espressione per rappresentare questa modalità consapevole di alimentarsi: Mindful eating. Come vi ho già spiegato in altri articoli, la mindful eating implica il concentrarsi e il godere appieno del cibo che si sceglie di mangiare. Non si tratta solo di apprezzare in modo più completo la fase del “durante”, quindi il momento in cui assaporiamo gli alimenti, ma tutto ciò che sta a monte e a valle di questo istante: soffermarsi a pensare come è stato prodotto quel cibo, sulle mani che hanno lavorato la materia prima, sulla fatica necessaria per portarlo fino a casa nostra, nel nostro piatto ma anche sulle sensazioni che il nostro corpo ci rimanda una volta che lo abbiamo consumato, sull’energia che ci trasmette, sul potere che ha di farci sentire sazi e appagati e sul perché ciò accade…insomma, tutto il contrario di quanto faremmo se continuassimo a mangiare in modalità mindless.

Qualcuno di voi potrebbe obiettare: “ma io non ho il tempo di pensare a tutto questo durante ogni singolo pasto!”. Me ne rendo conto; ci sono circostanze in cui gli impegni sono tiranni e diventa difficile applicare la mindful eating. Ciò non significa che sia impossibile e che quella del tempo debba diventare una scusa per non provarci nemmeno. Se concentrarvi sul momento del pasto nel modo in cui vi ho spiegato poco prima rappresenta un livello 10 sulla scala della consapevolezza, potreste sempre provare a raggiungere un livello 6 o magari, in situazioni particolarmente caotiche, un livello 3 o 4. L’obiettivo è esercitarsi quotidianamente; avete ben 5 pasti al giorno a disposizione per poterlo fare. Un’altra strategia, se siete consapevoli che la mindless eating tende a comparire soprattutto la sera o in momenti ben precisi della vostra giornata, è di concentrare il massimo del vostro impegno a mangiare mindful in quelle circostanze. Ciò non significa che durante gli altri pasti vi limiterete a ingurgitare ciò che avete davanti; una cosa fondamentale che è bene sottolineare è la seguente: se non vi eserciterete ad ogni pasto nel mangiare in modo consapevole, quando si presenterà la necessità di farlo non ne sarete capaci. Con ciò non intendo dire che la pratica sia particolarmente difficile ma non è nemmeno da dare per scontata. Se la sera la smania di cibo si fa sentire in modo particolarmente intenso, l’ultimo dei vostri pensieri potrebbe essere quello di mangiare con calma gustandovi ciò che avete scelto. Se però avrete alle spalle un buon allenamento di mindful eating, gestire questi momenti sarà molto più semplice e potreste accorgervi di come basti meno cibo per placare l’appetito.

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