In un interessante studio condotto presso l’Università di Maastricht (Olanda), Anita Jansen e collaboratori, hanno individuato alcuni processi cognitivi coinvolti nell’aderenza alla restrizione dietetica delle persone affette da obesità. La revisione, pubblicata su Frontiers in Psycology, comporta importanti risvolti pratici sulle strategie cognitivo comportamentali che potrebbero essere così migliorate.
Nello specifico, i ricercatori, hanno descritto 4 processi cognitivi:
- apprendimento del craving per il cibo;
- funzioni esecutive;
- rinforzi immediati
- bias dell’attenzione
Vediamo, più nel dettaglio, di cosa si tratta.
APPRENDIMENTO DEL CRAVING PER IL CIBO
Il termine craving fa riferimento al forte desiderio di un cibo che si manifesta quando, nella nostra mente, anticipiamo il piacere che deriva dalla sua assunzione (anticipazione delle conseguenze positive).
Procedura proposta
Gli studiosi, per affrontare questa problematica, hanno proposto di adottare una tipica strategia comportamentale: l’esposizione con prevenzione della risposta; in pratica, i soggetti, vengono esposti alla vista e all’odore del cibo, in specifici contesti che solitamente sono associati ad un’alimentazione eccessiva, imparando a resistere all’abbuffata. Questa procedura è stata confermata da studi sperimentali e da alcuni studi pilota minori, in cui è stato dimostrato che l’esposizione a stimoli alimentari può essere abbastanza efficace nel ridurre il desiderio di cibo, l’alimentazione in eccesso e gli episodi bulimici. Anche le tecniche di neuro immagine, inoltre, hanno dimostrato come l’esposizione prolungata a stimoli alimentari (odore del cibo), senza mangiare, determina una riduzione dell’attivazione delle aree cerebrali legate alla ricompensa.
FUNZIONI ESECUTIVE
Le funzioni esecutive rappresentano un complesso di processi di pianificazione, controllo e coordinazione del sistema cognitivo che governano l’attivazione e la modulazione di schemi e processi cognitivi. Tre fra le funzioni esecutive principali sono:
- Inibizione: abilità di fermare il proprio comportamento nel momento opportuno e abilità di resistere agli impulsi e alle tentazioni, disattivando cosi azioni orientate all’obiettivo;
- Spostamento: abilità di pensare in modo flessibile al fine di rispondere in modo appropriato a una situazione;
- Memoria di lavoro: capacità di mantenere in memoria l’informazione per completare un compito).
Procedura proposta
Precedenti studi hanno mostrato che alcuni training delle funzioni esecutive nelle persone con obesità possono determinare un miglioramento nelle abilità di inibizione con conseguente diminuzione dell’alimentazione in eccesso. Per evitare che il rinforzo immediato legato all’assunzione di cibi ricchi di zuccheri, sale e grassi, oscuri i benefici a lungo termine connessi alla perdita di peso corporeo, i ricercatori consigliano di ricorrere alla strategia del pensare agli episodi futuri. Secondo questa procedura, i pazienti vengono istruiti a ritardare le gratificazioni immediate, concentrandosi invece sul futuro con l’obiettivo di preferire i benefici di un peso corporeo più salutare. Uno studio, a tal proposito, ha dimostrato come l’implementazione di questa strategia in soggetti obesi abbia contribuito a ridurre l’assunzione calorica rispetto a soggetti non istruiti.
BIAS ATTENTIVO
Con questi termini si fa riferimento ad un processo che vede un’aumentata attenzione verso gli stimoli alimentari a discapito di altri stimoli. In questa specifica revisione, tuttavia, il bias attentivo preso in considerazione è stato quello inerente la preferenza (attenzione selettiva) per alimenti ad alta intensità energetica rispetto ad alimenti ipocalorici.
Procedura proposta
Il ricorso a training attentivi mirati ad indirizzare l’attenzione verso alimenti meno calorici o verso stimoli neutri, si sono dimostrati in grado di ridurre il desiderio di cibo e l’assunzione di calorie.
CONCLUSIONI
I ricercatori olandesi, grazie alla loro revisione, hanno potuto evidenziare come alcuni processi cognitivi risultino strettamente connessi al mantenimento dell’obesità. Se la ricerca futura si occuperà di approfondire le dinamiche connesse a tali meccanismi e delle strategie più efficaci per affrontarle, interessanti implicazioni cliniche per il trattamento dell’obesità potranno essere disposte a vantaggio dei soggetti sovrappeso.