Dimagrire spezzando la catena degli eventi

Se avete problemi nella gestione del peso, in passato potrebbe esservi capitato di affondare il cucchiaio nella cioccolata o di esservi intrattenuti con un’abbuffata, senza nemmeno esservi resi conto di come siete finiti per farlo. Semplicemente vi siete fatti tentare dalla vista del cibo, o dal suo odore o avete aperto il frigo in risposta ad un problema che vi tormentava. Probabilmente, infatti, siete molto sensibili agli stimoli ambientali, specialmente ad alcuni:

  • stimoli biologici: fame, sete, smania di cibo (impulso a mangiare);
  • stimoli mentali: pensare al cibo, leggere una ricetta, ricordare qualcosa che vi è piaciuto mangiare, immaginare cosa mangerete il prossimo pasto;
  • stimoli emotivi: rabbia, tristezza, gioia, ansia, noia, frustrazione, consolazione, distrazione;
  • stimoli sociali: persone che vi spingono a mangiare, situazioni in cui mangiate per essere come tutti gli altri.

Una volta posti al cospetto di uno, o più, di questi stimoli, si attiva in voi una catena di eventi che termina, infine, con l’atto del mangiare. La catena di cui parlo è pressapoco la seguente:

STIMOLO (qualcuno vi offre una fetta di torta) ⇒ PENSIERO (sembra buona) ⇒

DECISIONE (penso che accetterò) ⇒ AZIONE (mangiate la torta)

Se state seguendo una dieta per perdere peso, è molto probabile che la catena si allunghi, in quanto, dentro di voi, si accende un forte conflitto fra mangiare e non mangiare. Potreste immaginare la situazione pensando a due voci che si parlano allo scopo di prevalere l’una sull’altra: “penso che accetterò”, “non dovresti farlo”, “ma sembra così invitante”, “ma non è previsto dalla dieta”, ecc…; da cosa dipende il risultato? da come finisce la discussione, ovviamente. Ciò che non è ovvio, per fortuna, è che tutto questo lo controlliamo noi. A differenza di quanto potreste essere abituati a pensare, infatti, mangiare non è un atto automatico e voi potete imparare a controllare il vostro comportamento alimentare. Se volete sapere come, basta che diate un’occhiata alla catena di eventi riportata poco più sopra. Anche se, in verità, possiamo avere un certo controllo persino degli stimoli che precedono i nostri pensieri, focalizzeremo l’attenzione sopratutto su questi ultimi. Se ci alleniamo a verificare i nostri pensieri, infatti, nessuna circostanza sarà più al di fuori del nostro controllo e, sopratutto, potremo indirizzare le nostre azioni esattamente dove vogliamo noi. All’inizio, anche la semplice individuazione dei pensieri che precedono la nostra assunzione di cibo, può essere impegnativa. Dobbiamo imparare che, per farlo, occorre un certo livello di attenzione, che prima non ponevamo affatto. Quando inizieremo a renderci conto delle parole che mentalmente diciamo a noi stessi prima di consumare un pasto, però, potremmo scorgere parecchie “giustificazioni” che, di fatto, promuovono la decisione di mangiare. Se, nell’esempio sopra riportato, il nostro pensiero fosse stato “sembra buona, ma sono già sazio”, oppure “sembra buona, ma voglio davvero raggiungere il peso che desidero”, la decisione sarebbe stata sicuramente diversa e, di conseguenza, non avremmo mangiato quella fetta di torta. Se state pensando che “parlasi in questo modo” possa essere ingannevole verso voi stessi, vi invito a riflettere su quante scuse, in passato, avete utilizzato per concedervi un fuori pasto: “è solo per oggi”, “ne prendo soltanto un pezzetto”, “non voglio sprecarlo”, “non voglio offendere chi me lo sta offrendo”, “me lo merito”, e così via…se proprio volete comunicare in maniera efficace con voi stessi, fatelo in un modo che vi serva a stare meglio ed a raggiungere i vostri obiettivi. La prossima volta che state per addentare qualcosa che non è previsto dal vostro piano alimentare domandatevi: qual era il mio pensiero?

2 pensieri su “Dimagrire spezzando la catena degli eventi

  1. Elena Ferro ha detto:

    Ciao, ho seguito il tuo suggerimento e l’ho fatto.. Ho pensato a cosa mi ha spinto nell’ultimo mio pasto “abbondante” a magiare più del necessario. Ed h scoperto che era rabbia e bisogno di compensazione da un torto che ritenevo di aver subito.
    Non so se è abbastanza, ma non ci avevo mai pensato prima. Cercherò di mettere pensieri diversi prima dei pasti, vediamo se funziona 🙂

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    • Paolini Elettra Psicologa ha detto:

      Ciao Elena. Mi complimento con te: hai fatto un grosso passo! Riusciresti a ricordarti le esatte parole che hai detto a te stessa in quel momento? Ad esempio potrebbero essere state queste: “sono troppo arrabbiata per pensare a cosa mangio”? Questo ti sarà utile a trovare una frase alternativa con la quale sostituire quella disfunzionale. Un pensiero alternativo potrebbe essere, ad esempio, “sono arrabbiata! Ma non lascerò che questa emozione mi faccia del male influenzando il mio modo di mangiare”. Spero di aver spiegato bene la modalità, anche se con un esempio che potrebbe non cogliere la tua reale situazione. Più si pratica, più si diventa bravi e più si controllano questi pasti impulsivi. Sei sulla buona strada!

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