E se fossi tu, ad aiutarti nei momenti di difficoltà? Lo puoi fare, con una lettera.

Non c’è bisogno di essere degli scrittori per sperimentare quanto sia benefico il ricorso alla scrittura. La letteratura è ricca di esempi; non sto parlando solo di quegli autori dalla vita tormentata salvati dalla scrittura ma anche dei tanti libri che affrontano l’argomento cercando di fornirci una spiegazione sul perché, un’azione così apparentemente semplice come lo scrivere un racconto (o una lettera, o qualsiasi altra cosa si desideri mettere nero su bianco), sia in grado di farci stare bene, nel profondo. La bibliografia a riguardo, parla del concetto di “scrittura come riparazione”: un mezzo per superare l’affetto connesso a determinate esperienze percepite come traumatiche. Perché la scrittura, in effetti, è in grado di offrirci un sollievo collegato tanto alla scarica motoria del gesto stesso compiuto per attuarla, tanto all’elaborazione psichica. Quando scrive, dunque, l’uomo si libera di un disagio interiore. L’energia funzionale spesa nell’attività dello scrivere, viene sottratta alla sofferenza ed inoltre, l’articolazione in unità verbali e sintattiche, permette di sminuzzare e frazionare il flusso del dolore predisponendo la sua elaborazione da parte del soggetto. Infine, cosa forse più importante, grazie al racconto, l’emozione e l’affetto legati a ciò ci cui si scrive, vengono scaricati.

E’ con questa premessa sulla scrittura che oggi vi propongo un esercizio efficace che vi può aiutare nei momenti di particolare difficoltà. Parlando di alimentazione, di dieta, di perdita di peso corporeo, l’esercizio vi sarà utile nei momenti in cui sentite di non potercela fare, nei momenti di profondo sconforto emotivo, nei momenti in cui le energie positive ed i buoni propositi sembrano avervi abbandonato.  Le strategie che vi suggerirò sono due; ve le propongo entrambe perché sono convinta che la scelta debba rimanere soggettiva.

La prima è la seguente: scrivere per affrontare l’emotività negativa attuale.

Quando siete nel pieno di un vortice emotivo negativo, che vi trascina e che vi porta a pensare solo agli aspetti più problematici della dieta, di voi stessi e della vostra vita, scrivete una lettera, un racconto o una poesia e lasciate alla carta il compito di contenere tutti i sentimenti ed i pensieri che vi affliggono. Trasponete quanto avete dentro, sul foglio e poi non rileggetelo più.

Il secondo esercizio riguarda invece la scrittura di una lettera indirizzata a voi stessi, ma elaborata in un momento di positività, per essere letta in un momento di difficoltà.

Personalmente lo trovo un esercizio che si adatta meglio alle mie caratteristiche. Se quando vivete una giornata complicata, vi riesce difficile scrivere, tenere da parte una lettera che avete realizzato quando stavate particolarmente bene, scritta da voi stessi per voi medesimi, può essere una soluzione più efficace. Leggendo questo scritto, vi ritorneranno in mente i buoni propositi, le vostre motivazioni, riprenderete atto della forza interiore che, normalmente, alberga dentro di voi e sarà come ricevere il conforto sincero da parte di una persona che vi conosce molto bene. Nessuno, meglio di voi, vi conosce così a fondo.

Prima di lasciarvi, vorrei concludere con una citazione del poeta Robert Frost: “bisogna passarci nel mezzo per venirne fuori”. Le nostre emozioni, anche quelle negative, devono essere vissute in tutta la loro essenza, per essere superate.

16 pensieri su “E se fossi tu, ad aiutarti nei momenti di difficoltà? Lo puoi fare, con una lettera.

  1. elisabettapend ha detto:

    grande Elettra💖 la scrittura, indipendentemente dallo stile o dalla bravura che in quest’ottica sono irrilevanti, è davvero una potentissima “terapia” e un mezzo di onestà verso se stessi che certo non è la bacchetta magica e la dieta dei 7 chili in sette giorni che molti purtroppo cercano per trovare soluzioni facili e rimedi miracolosi per la dieta e altri problemi, ma alla lunga migliora comunque se stessi e ci rende anche un po’ desiderosi di conoscerci, sempre di più, la nostra essenza i nostri tratti i nostri automatismi, il nostro dialogo interiore, lati che magari non pensavamo neanche di avere, e che invece è bello esplorare. 👍

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  2. Laura & Samantha ha detto:

    Condivido in pieno! Io ho scritto ogni giorno il diario dagli anni delle medie sin oltre l’Università e l’ho sempre ritenuta una cura contro ansia, depressione ecc in quei diari c’è la mia vita e quando li leggo rivivo intensamente quei momenti. Lo consiglierei a tutti per millemila motivi. Riguardo alla citazione che hai scritto alla fine ti scrivo che questa cosa di lasciarsi attraversare dal dolore per superarlo è proprio vera. Imparai questa tecnica da un libro di Morelli e mi ci sono trovata davvero bene. Ora non cerco più di rimandare le emozioni. Le lascio scorrere, maturare e poi passa e non ci penso più o meglio, magari ci penso ma soffro di meno. Laura

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    • Paolini Elettra Psicologa ha detto:

      Io feci la mia tesi di laurea su un manoscritto di mio padre (che all’epoca era passato a miglior vita) e ho imparato una cosa da ciò che scriviamo…anche quando optiamo per un racconto di fantasia, dentro ci mettiamo sempre del nostro. Nel diario ovviamente questo si amplifica ma la scrittura, in tutte le sue forme, ci aiuta a stare meglio e aiuta chi legge a ritrovare parti di sé stesso. Come hai detto tu: dentro c’è la propria vita.

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  3. mattea1954 ha detto:

    Io ho sempre parlato tantissimo ma non ho mai usato un diario su cui scrivere le mie emozioni o i miei stati d’animo, anche se spesso penso che vorrei scrivere e raccontare la mia vita travagliata, chissà che un domani i miei nipotini non sorridano pensando alla loro nonna mangiona, triste ma anche giocosa con loro. La depressione che cammina presa per mano al mio DCA Binge mi annientano togliendomi tutte le energie che spendo solo ed esclusivamente nell’ingozzarmi sino a star male. Spesso desidero essere bulimica, perlomeno il cibo che ingurgito lo smaltisco col vomito o con sport eccessivi, invece mi accoccolo sul divano con tantissimi sensi di colpa e mi piango addosso. Spero di trovare la forza di volontà per mettere in pratica i consigli. Grazie, Mattea

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    • Paolini Elettra Psicologa ha detto:

      Buongiorno Mattea. É stata molto coraggiosa a condividere questo fardello e lo apprezzo molto. L’idea di realizzare un diario che un domani potrebbe essere letto dai suoi nipoti mi sembra molto bella e di stimolo. Per quanto riguarda le sue parole su ciò che la affligge invece vorrei che da oggi provasse a sperare qualcosa di meglio per lei: non il falso “sollievo” di un’altra malattia (come la bulimia) ma il raggiungimento di una vita al di fuori di qualsiasi lotta con il cibo. Ancor prima di diventare realtà i nostri cambiamenti si concretizzano nella nostra mente: li possiamo coltivare come pensieri e subito dopo come progetti. Inizi a concedersi di pensare a qualcosa che la farebbe stare veramente bene e non “meno male”. Dia la possibilità a questo seme di germinare e smetta di innaffiare le radici dello sconforto. Mi permetta infine di dirle una cosa.. Lei non è obbligata ad affrontare tutto questo da sola. Lei non è sola, se non lo vuole. Se e quando deciderà di darsi una possibilità di cambiare, sappia che c’è una strada anche per lei. Non è mai troppo tardi.
      Le auguro una meravigliosa giornata ricca di nuove speranze.

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  4. Gli Dei della Dieta ha detto:

    Ciao Elettra, anch’io preferisco scrivere, mi viene meglio che a parlare, poi quando si tratta di padri… Sono così felice di sognare spesso il mio, non c’è nessun dolore, sono solo contenta di vederlo e rivederlo, anche attraverso le sue fotografie in bianco e nero, dove traspare tanto amore.
    Però forse mi amo poco e male, il mio rapporto col cibo è problematico, da diete drastiche a periodi più equilibrati, cerco di allontanare il pensiero del cibo anche scrivendo sul mio blog.

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    • Paolini Elettra Psicologa ha detto:

      Grazie per il suo commento. Sicuramente la scrittura può incanalare parte dell’energia mentale che altrimenti dedicheremmo al problema alimentare, a qualcosa di più benefico. Detto ciò, quando il problema è radicato e fondato sulla difficoltà ad amarsi, spesso può essere utile richiedere un supporto a un professionista. Non sto dicendo che questo possa essere il suo caso ma colgo la palla al balzo offerta dal suo prezioso commento per farlo presente a coloro che potrebbero leggerlo. Buona fortuna per il suo percorso e per il suo blog. ☺️

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