Non si può tirare fuori il pepe dai peperoni

Mi scuso, fin da subito, per il titolo poco ortodosso ma non ho resistito. Se preferite potete sostituire l’espressione con il più comune detto: “chi nasce tondo non può morire quadrato”. Mi spiego: quando scegliamo di affrontare un grosso cambiamento, quale può essere il fatto di intraprendere una dieta, non possiamo pretendere da noi stessi che, per farlo, basterà modificare diversi aspetti della nostra psicologia di base. Attenzione! Non sto dicendo né che dovete seguire un programma che continui a rinforzare errate abitudini alimentari, solo perché è per voi più semplice da seguire, né che dovete diventare dei salutisti, esperti in alimentazione. La strada giusta è sempre l’equilibrio. Il modo migliore per affrontare qualsiasi problematica, qualsiasi cambiamento, una novità, un evento indesiderato, è accettarlo, comprenderlo, partire da quanto è dato di fatto. Se, da tutta la vita, o per la maggior parte della stessa, avete avuto un rapporto difficile, conflittuale, col cibo, non potete aspettarvi di risolvere il problema senza metterci il dovuto impegno. Gli stimoli che per altre persone possono essere irrilevanti, per voi possono rappresentare delle spie rosse che vi segnalano di porre attenzione a ciò che fate. Dovreste accettare il fatto che, come soggetti suscettibili, il vostro controllo sul cibo dovrà essere sempre e comunque maggiore, rispetto a quello necessario per un soggetto non suscettibile. Questo è il vostro tallone d’Achille e, prima lo accetterete, prima potrete cambiare davvero. Accettare significa dire a se stessi “so di avere un problema, ne sono consapevole, parto da qui e vado avanti”. Anche se può sembrarvi limitante, all’inizio, accettare la vostra relazione problematica col cibo, può evitarvi di vivere col fardello del “perché loro sì e io no?”. Mi riferisco, per esempio, alle situazioni di socialità in cui vi sentite deprivati perché state attenti a ciò che mangiate od ai premi alimentari che evitate di concedervi per i vostri successi. Il senso di deprivazione può essere devastante. Può rappresentare la motivazione per la quale rimanete a dieta qualche mese, magari un anno o più, e poi mollate pensando “sono stufo di non poter mangiare come fanno tutti gli altri”. Eppure il modo migliore per trarre vantaggio dalle difficoltà, è proprio accettarle. Lo sanno bene coloro ai quali la vita ha riservato esperienze infauste e che hanno fatto di queste difficoltà la propria forza e la propria spinta a reinventarsi, riscoprendo in sé una forza inaspettata. La scelta, ancora una volta, è vostra: potete pensare di vivere una circostanza di estrema ingiustizia, dovendo porre una costante attenzione al vostro modo di alimentarvi (il che, oltretutto, non è poi così vero) , oppure potreste partire da questo dato di fatto, che è parte di voi, e vederne i lati positivi. Potreste, ad esempio, scoprire di essere portati per uno sport mentre siete intenti a svolgerlo per perdere qualche caloria; potreste rendervi conto che, a parte il buffet, vi siete sempre persi la parte più divertenti dell’uscire con gli amici; potreste sentirvi liberi, anziché deprivati, nel poter scegliere con leggerezza di rifiutare qualcosa che non vi va di mangiare; un mondo di possibilità si aprirebbe davanti a voi, solo accettando ciò che siete. Se credete che le parole “non si può tirare fuori il pepe dai peperoni” suoni come una condanna, ora sapete che non lo è affatto. Il significato, sotteso lo ammetto, di questo precetto è: “non cercare di essere ciò che non sei; accetta ciò che sei (e le tue difficoltà) e fanne la tua forza”. Forse sei nato tondo e volevi essere quadrato ma solo quando ti convincerai che essere tondo non è una tragedia, inizierai a creare i tuoi angoli.

9 pensieri su “Non si può tirare fuori il pepe dai peperoni

      • cicciobombolo ha detto:

        Io credo che la fatica maggiore sia quella di accettarsi per quello che si è. Io ho faticato solamente quando ho dovuto dirmi “sei uno stronzo, non puoi continuare così” ma fatto ciò tutto risulta estremamente semplice. Io credo – ed è solo la mia opinione – che la gente menta troppo a se stessa e non solo per il rapporto con il peso. Mentono sulla condizione amorosa (il classico resto/vado), mentono al lavoro (eh, ma se vado via io chi farà ‘sto lavoro), mentono alla bilancia, al portafogli (ho le pezze al culo ma per la vacanza faccio i mutui), all’evidenza (posso smettere di fumare quando voglio), mentono sempre.
        È difficile darsi dello stronzo è cambiare. Più facile mentire a se stessi. Io ho smesso di farlo, ma sono il primo a dire di aver mentito per 30 anni e di averlo fatto fin ieri l’altro.
        😀

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      • cicciobombolo ha detto:

        La strada credo sia sempre dritta, costantemente, senza avvallamenti né salite. Siamo noi con i nostri blocchi, con le nostre bugie, con le nostre convinzioni e con le azioni che SCEGLIAMO consapevolmente di fare creiamo delle montagne (mentali) invalicabili o delle discese da correre a perdifiato. Siamo noi a decidere quasi sempre, tutto il resto sono bugie che raccontiamo a noi stessi, ricerca di scappatoie e fughe dalla realtà. Ma a conti fatti non possiamo scappare dalla realtà.
        È sempre bello parlare con te. ☺

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